Il Pilates Serve?
Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/pilates-non-serve-nulla-dicono-anche-scienziati.html
Le donne non ne possono fare a meno, le dive dello spettacolo lo adorano, la moda lo celebra. Ma un gruppo di studiosi lo fa a pezzi: è una ginnastica che brucia meno di una corsa. E una nuotata rilassa molto di più.
Da quando è stato inventato, nel 1920
dall'allora celebre trainer Joseph Pilates, questo metodo ne ha fatta di
strada. Nell'ultimo decennio ha invaso le palestre di tutto il mondo,
soprattutto quelle dello star system. Le dive di Hollywood, in
particolare le neomamme, non possono più farne a meno e personaggi come
Madonna, Sharon Stone, Kate Winslet e Gwyneth Paltrow hanno contribuito
al suo boom incontrastato.
Non c'è signora che voglia tenersi in forma - il Pilates infatti piace
molto alle donne - che non abbia provato questo tipo di esercizi. O che
almeno non ne abbia sentito parlare come una specie di panacea
infallibile. La pratica cult promette infatti di far acquistare armonia
nei movimenti, tono muscolare ma senza rigonfiamenti da body builder,
postura ideale, ventre piatto. Oltre che miracoli contro il mal di
schiena e lo stress. Come? Il Pilates fa lavorare soprattutto i muscoli
posturali, quelli che danno supporto alla colonna vertebrale. Grazie
alla respirazione giusta e alla coordinazione tra corpo e mente, stimola
e rinforza le zone del piano profondo del tronco, non solo quella
addominale, ma anche quelle zone più vicine alla colonna. Il cuore del
metodo si chiama Power house, cioè le parte centrale del corpo: pancia,
glutei, adduttori e zona lombare. Gli esercizi di Pilates devono essere
eseguiti con estrema precisione, con attrezzi creati apposta e sotto la
supervisione di allenatori specializzati. Questo giustifica i costi non
proprio popolari delle sedute e spiega come intorno a un tipo di
ginnastica sia nato un notevole business del benessere.
Ma come succede prima o poi a tutti i miti intoccabili, anche per il
Pilates è arrivato il momento di essere preso di mira. A demolire il
«Core stability myth» (la core stability è il dare armonia e forza ai
muscoli della parte centrale del corpo ed è alla base di questo tipo di
esercizi) ci prova il Times, con un articolo ricco di interventi da
parte di esperti e medici. La tesi è che la pratica preferita dai vip
sia stata negli ultimi dieci anni quantomeno sopravvalutata. E che
meriti per questo di essere ridimensionata.
Lo scopo della crociata del quotidiano britannico non è dimostrare che
il Pilates fa sempre male, ma che in sostanza non è più benefico di una
camminata a passo sostenuto, che non tonifica più di una corsa o una
nuotata e che fa bruciare meno calorie di una qualunque attività
aerobica della stessa durata. A essere messi in discussione sono i
principi fondanti del metodo. Un'équipe di neuroscienziati australiani
ha osservato due gruppi di persone, con e senza mal di schiena. Facendo
loro svolgere gli stessi esercizi e controllando le reazioni con degli
elettrodi, è stato riscontrato che il cervello delle persone sane
inviava segnali agli addominali traversi, stimolandoli a contrarsi e a
sostenere la colonna. Mentre in chi aveva mal di schiena questa reazione
mancava e la spina dorsale rimaneva debole. Le sedute di Pilates
insegnano a contrarre e a rilasciare i muscoli addominali durante gli
esercizi. È la regola aurea della pratica. Secondo gli esperti
interpellati dal Times, è anche un principio eccessivamente enfatizzato.
Per alcuni di loro c'è anzi il rischio che lavorando troppo sugli
addominali traversi, questi ultimi si avvicinino troppo alla colonna,
destabilizzandola. L'errore dei fanatici del Pilates insomma sarebbe
quello di concentrarsi su una parte del corpo ristretta e di dimenticare
di prendersi cura del resto
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