venerdì 13 novembre 2009

Pilates... Un'attività miracolosa o di moda?

Oggi nel mondo del fitness si è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da poter vendere ad un pubblico sempre più esigente; tra le tante novità proposte, negli ultimi anni è dilagata la mania del pilates, visto che a promuoverla a stata una famosa cantante sui 50 anni con un fisico scolpito. Leggendo giornali e riviste sembra che questa disciplina vada bene per ottenere qualsiasi risultato! C’è chi dice che fa dimagrire, chi dice che rinforza, tonifica e allunga la muscolatura, che aiuta il benessere psicofisico, che migliora la flessibilità… praticamente sembra che sia il miracolo del fitness!! Visto che negli altri stati, soprattutto negli USA, questa disciplina ha preso campo, immaginate come in Italia, popolo di “creduloni”, tutte le palestre si sono attrezzate per avere corsi di pilates con sale piene di tappetini dove tutti eseguono esercizi miracolosi.

Qui vogliamo approfondire cos’è e chi ha inventato questo pilates.

Questa disciplina sarà veramente stata inventata per essere praticata in terra con dei tappetini in gruppi di dieci, venti persone?


Storia del pilates.

Joseph Hubert Pilates nasce a Mönchengladbach, presso Dusseldorf, in Germania, nel 1880.

Da bambino soffre di problemi di salute, febbre reumatica, asma e questo lo porta a praticare diversi tipi di sport. Presto diventa un atleta con un corpo forte ed armonico. Suo padre è un campione di ginnastica e la madre è naturopata. Joseph Pilates riceve in regalo un libro di anatomia, ancora bambino, e si appassiona enormemente alla materia. Comincia a studiare forme di esercizio fisico orientali ed occidentali, come lo Yoga, lo Zen, e forme di lavoro corporeo dell'antica Grecia e degli antichi romani. All’età di 14 anni il suo corpo è già così sviluppato che posa come modello per disegni di anatomia. Nel 1912 si trasferisce in Inghilterra dove si guadagna da vivere come pugile, artista in un circo, e preparatore di detective in tecniche di autodifesa. Due anni dopo, allo scoppio della prima guerra mondiale, viene internato in quanto straniero nemico. Durante questo periodo, Pilates inizia a lavorare come aiutante nell’ospedale del campo, utilizzando il proprio corpo per aiutare i pazienti a stare meglio. Alla ricerca di un aiuto nel suo lavoro, Pilates pensa di creare una macchina: modifica alcuni letti cambiando le molle e utilizzandole come resistenza e crea un primo attrezzo per riabilitare i pazienti.

Questo letto modificato può essere considerato come la prima bozza della “Cadillac”, la macchina su cui nascono i primi esercizi del metodo Pilates. La "Cadillac" consiste in una intelaiatura in legno a forma di lettino su cui è installata una struttura metallica che permette l'inserimento di molle ed accessori con diverse posizioni, altezze ed angolature.






A metà degli anni ’20, Joseph Hubert Pilates si trasferisce negli Stati Uniti a New York, dove, insieme a sua moglie Clara, apre un suo studio in cui il suo metodo, allora definito “Contrology”, prende forma e si sviluppa in parallelo agli ambienti della danza fino alla metà del secolo scorso, quando i giornali cominciano a parlare di lui. Il suo scopo è di insegnare alle persone a muoversi in modo morbido, nel rispetto della natura, come un felino.

Dagli anni ’40 il metodo Pilates si espande a macchia d'olio e comincia ad essere conosciuto e praticato ovunque nel mondo.

Lo scopo principale di J.H.Pilates è quello di rendere le persone consapevoli di sé stesse, del proprio corpo e della propria mente e di condurle ad unire corpo e mente in una singola, dinamica e ben funzionante entità. In un certo senso J.H.Pilates cerca di fondere i migliori aspetti delle discipline fisiche occidentali con quelli delle discipline spirituali orientali: è possibile così comprendere esattamente ciò che la mente ordina al corpo ed imparare a percepire esattamente come il corpo si sta muovendo.

Quando Pilates morì, all'età di 87 anni, si muoveva ancora come un giovane. La storia ci insegna che il pilates è stato elaborato usando delle macchine con molle, funi e carrucole e non utilizzando un semplice tappetino; inoltre andrebbe praticato individualmente, con un istruttore ben preparato che sfrutti le mobilità e individui i limiti di ogni individuo.




Dunque quando il pilates viene praticato correttamente utilizzando la macchina originale, con la guida di una persona ben preparata che propone esercizi mirati in base alle potenzialità e ai limiti individuali, in questo caso, questa disciplina assomiglia molto alla ginnastica posturale oppure alla “vecchia” ginnastica correttiva; non vedo quindi come tale metodo di lavoro si possa vendere come attività per dimagrire!


Ora vorrei descrivere ciò che è capitato ad una mia cliente riguardo il Pilates.


La mia cliente di professione commessa ha praticato Pilates (quello di gruppo con i tappetini) per un certo periodo; visto che la ragazza ha una lieve iperlordosi lombare e visto che avvertiva dolore alla zona lombare, lei imputava tale dolore al suo lavoro che la costringe a stare in piedi tutto il giorno.

Si è rivolta a me per risolvere questi problemi con della ginnastica posturale; abbiamo iniziato la seduta ed eseguendo i soliti test motori che faccio ad ogni nuovo cliente per capire dove lavorare, ho notato che aveva entrambi gli ileo psoas contratti (vedi sito per una descrizione del muscolo e del suo funzionamento), soprattutto il destro; questa contrattura le provocava ulteriore iperlordosi, oltretutto squilibrandola visto che una parte era più tirata dell’altra, e quindi la contrattura aumentava il dolore. Quindi le ho chiesto se avesse eseguito quei famosi esercizi che si pensa servano per allenare gli “addominali bassi” (vedi articolo Addominali Bassi) e lei mi ha confermato che facendo pilates aveva eseguito molti di quegli esercizi.

Dopo diverse sedute siamo riusciti ad allungare entrambi gli ileo psoas ed il dolore alla zona lombare nel giro di poco tempo è sparito. Quindi il dolore non era dovuto al suo lavoro, ma a quegli esercizi che lei praticava durante le sedute di pilates che mirando ad allenare i cosiddetti addominali bassi andavano invece a contrarre questo muscolo che collega l’ultima vertebra dorsale e le vertebre lombari al femore (apice del piccolo trocantere). Nel caso specifico, vista l’iperlordosi della mia cliente e il suo lavoro di commessa, l’esercizio doveva mirare ad allenare gli addominali senza coinvolgere lo psoas, ad esempio con esercizi di crunch senza alzata delle gambe da terra.



Lo scopo di questo articolo è far capire che non esiste una disciplina che fa miracoli e va bene per tutti, perché ognuno di noi ha muscoli e articolazioni più o meno resistenti, ognuno ha una impostazione posturale differente e reagisce ad ogni esercizio in maniera differente. Inoltre noi non sappiamo cosa faccia, oltre al pilates, la famosa cantante cinquantenne tutta muscoli che ha divulgato questa disciplina, non abbiamo visto quante altre ore di allenamento pratichi durante la giornata, non sappiamo come mangia e come integra la sua alimentazione, quindi non possiamo pensare che facendo solo pilates avremmo un fisico da star.

Il mio consiglio è questo: stabilite qual è il vostro obbiettivo tra dimagrimento, rinforzo muscolare, postura corretta etc.., poi trovate l’attività più adatta per ottenere quel risultato; ad esempio se dovete perdere parecchi chili di grasso, oppure se dovete rinforzare la muscolatura, a mio parere non è sicuramente pilates l’attività più adatta, mentre se il vostro obbiettivo è fare un po’ di movimento lavorando su tutto il corpo, il pilates potrebbe essere un’attività che fa per voi, sempre prendendo le giuste precauzioni perché non tutti gli esercizi vanno bene per tutti come già spiegato sopra.

Come dico sempre ai miei clienti, lo sport fatto bene fa bene, lo sport fatto male, non è che non fa nulla, FA MALE!

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